lunedì 4 marzo 2013

acqua e sapone


Nel mondo, in mezzo a tante cose belle,
io ne conosco due meravigliose.
Non stanno nel cielo, fra le stelle
ma quaggiù in terra, con molte altre cose.
Presso la gente d’ogni condizione,
e si chiaman di nome acqua e sapone.
L’acqua che ondeggia nell’immenso mare,
entro i fiumi, i torrenti e le riviere.
Che feconda orti e prati, fa girare
macchine di mulini e di cartiere.
L’acqua che sembra avere una favella,
l’acqua che sempre fugge, oh com’è bella!
Ma quando il pregio suo poi si congiunge
con quello del sapone, è triplicato.
Odiono entrambi tutto quel che unge,
che appiccica, che offende l’odorato;
odian le macchie, aborrano il sudore,
e dan freschezza, sanità, candore.
E voi pur siete belli, o ragazzetti,
quando al mattino a scuola ritornate
con le mani, col viso e il collonetti,
con le gaie testine pettinate,
con le rose del sangue accese in viso
spirando intorno a voi gioia e sorriso!
Pur io conosco più d’un scolaro
che l’ha a morte con l’acqua e col sapone.
E invece di lavarsi, gli è più caro
andar a scuola senza colazione;
e ci va infatti, come s’è levato,
colla faccia color di cioccolato.
Ragazzi miei, se tra i compagni vostri
c’è per caso un ragazzo così fatto
che all’acqua ed al sapon tant’odio mostri
e non voglia lavarsi a nessun patto,
pulitamente stategli lontano
se ciascuno di voi vuol esser sano.
Ma se volete dare al poltronello
quel che gli vien, trovatevi d’accordo;
stringetevi d’intorno a lui, bel bello,
e senza tema che diventi sordo
tutti a una voce, in tono di canzone,
gridategli sul viso.: “Acqua e sapone!”.

                                                                                    G. Soli

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